L’edizione 2025 dell’ARXivar Experience, ospitata al Museo Ferrari di Maranello, è stata una giornata ricca, nel senso più concreto del termine. Non solo interventi e slide, ma scambi autentici, domande e risposte sincere, confronti tra realtà che lavorano ogni giorno su processi complessi e che cercano, ognuna a modo suo, di portarli a un livello superiore.
Al di là dell’eleganza della location (che certo non guasta), il messaggio emerso è stato chiaro: l’automazione non è una questione “di software”, ma di come un’azienda decide di lavorare e collaborare. E questo, in un contesto B2B, vale più di qualsiasi buzzword.
In questo articolo raccogliamo i punti principali, quelli che chi era presente probabilmente si porterà dietro nelle prossime settimane.
ARXivar come sistema nervoso dell’azienda (e non come “un altro software”)
L’intervento di Able Tech, azienda madre di ARXivar, ha ricordato una cosa che spesso diamo per scontata: la tecnologia nelle aziende c’è già. Anzi, in molti casi ce n’è fin troppa.
Quello che manca, di solito, è un “motore” che dia ordine a tutto questo.
ARXivar non si limita a digitalizzare: mette in relazione processi, dati, documenti e persone, creando una sorta di struttura condivisa che permette all’azienda di sapere dove si trova, cosa deve succedere dopo e perché.
Una delle cose che ha colpito di più è come l’intelligenza artificiale venga usata non per “fare scena”, ma per eliminare frizioni quotidiane:
- cercare un documento diventa dialogare con un motore semantico,
- classificare non richiede più occhi umani,
- i flussi rispondono al contesto,
- un chatbot rispetta permessi e ruoli.
Non è aumento di velocità. È cambio di forma.

Labomar: nei settori regolamentati il controllo non è un optional
Il caso Labomar è stato uno di quelli che ha fatto annuire un po’ tutti.
Chi lavora in ambiti regolamentati — e il loro lo è in modo particolarmente articolato, tra farmaceutico e nutraceutico — sa che la complessità non dipende dalla volontà dell’azienda, ma dall’ambiente in cui opera.
In settori così, la frase “la potenza è nulla senza controllo” non è uno slogan: è una regola di sopravvivenza.
E infatti, mentre l’azienda rinnovava l’ERP, riorganizzava processi interni e apriva scenari internazionali, ARXivar è rimasto l’elemento stabile, quello attraverso cui venivano garantiti:
- tracciabilità,
- conformità,
- versioning,
- integrazione con sistemi diversi,
- continuità operativa anche durante i cambi di rotta.
Un punto interessante che è emerso è che digitalizzare non serve tanto a fare prima, quanto a garantire affidabilità anche quando tutto intorno cambia.
E non è una sfumatura da poco.
Sogedim: competere con i big della logistica grazie all’automazione dei POD
Tra i casi che hanno fatto capire più concretamente “quanto impatta” un processo automatizzato, quello di Sogedim è stato sicuramente uno dei più evidenti.
La gestione dei POD (Prove di Consegna) è uno di quei flussi che, finché non lo si osserva dietro le quinte, non si immagina quanta energia richieda: volumi altissimi, controlli continui, margini di errore minimi, aspettative di tracciabilità sempre più elevate.
Con una soluzione cloud integrata in ARXivar, Sogedim oggi:
- automatizza migliaia di POD al mese,
- riduce quasi a zero l’errore umano,
- garantisce una tracciabilità reale (e immediata),
- taglia del 70% i tempi di gestione rispetto al processo tradizionale.
Il punto è che questo tipo di automazione non si limita a semplificare il lavoro interno: alza direttamente il livello competitivo dell’azienda, portando tempi di risposta, qualità del servizio e visibilità dei dati su uno standard paragonabile ai big della logistica internazionale.
In altre parole, non è solo efficienza operativa.
È un cambio di categoria.
E per molti presenti, questo è stato uno dei takeaway più forti dell’intera ARXivar Experience.

Tavola Rotonda: realtà diverse, stessa necessità di connessione
Il confronto tra Regalgrid, Domus Line, e il gruppo Ormet e Jekko ha fatto emergere una verità semplice ma cruciale: Non esistono processi troppo diversi. Esistono solo flussi non ancora connessi.
Nonostante i settori completamente differenti, tutte le aziende presenti hanno riportato benefici comuni:
- maggior controllo sui processi,
- aumento della velocità operativa,
- più collaborazione tra reparti e meno errori,
- meno dipendenza dal “chi sa fare cosa”,
- maggiore visibilità sull’intero flusso aziendale.
Questo scambio di esperienze e convergenza di opinioni dimostra che ARXivar non è un software “per un settore”, ma un framework di processo adattabile che permette alle aziende di crescere in modo coordinato.
L’AI in ARXivar: meno fantascienza, più concretezza
La parte sull’AI è stata molto pratica.
Niente discorsi futuristici, ma dimostrazioni live di come l’AI stia già cambiando il lavoro quotidiano e di come l’implementazione in ARXivar stia trasformando il modo in cui le aziende interagiscono con la propria informazione:
- documenti che si smistano da soli,
- informazioni trovate tramite linguaggio naturale,
- workflow che reagiscono a condizioni reali,
- chatbot aziendale che risponde rispettando i permessi utente.
Una considerazione condivisa da molti presenti: l’AI non sostituisce, ma sblocca.
Riduce l’attrito, toglie compiti ripetitivi, permette alle persone di concentrarsi su ciò che ha davvero un valore.
Un momento fuori dall’aula: la visita al Museo Ferrari
Dopo gli interventi e i confronti, la giornata si è chiusa con qualcosa di diverso dal solito giro di saluti. La visita guidata al Museo Ferrari è stata l’occasione perfetta per staccare un attimo la testa dai processi, dai workflow e dall’AI e immergersi in uno spazio che parla di visione, ingegneria e coraggio.
Camminare tra vetture iconiche, prototipi e soluzioni tecniche nate dalla passione per il miglioramento continuo ha generato una sensazione condivisa: quel filo invisibile che collega mondi apparentemente lontani.
Molti partecipanti, durante la visita, hanno fatto la stessa osservazione: “Qui dentro si vede che nulla è lasciato al caso”. Ed è un pensiero che, in fondo, dialoga perfettamente con i temi della giornata. Perché che si tratti di un motore o di un processo aziendale, la differenza la fa sempre la stessa cosa: la capacità di progettare, migliorare e connettere ogni dettaglio.
Grazie a tutti i artecipanti dell’ARXivar Experience!
Non possiamo nascondere quanto siamo orgogliosi di questa nostra prima ARXivar Experience!
È stata una giornata in cui aziende diverse hanno raccontato senza filtri cosa significa davvero digitalizzare, automatizzare e governare i processi in un contesto competitivo e in continua evoluzione. Inoltre, abbiamo avuto l’occasione di condividere momenti “extra lavorativi” con i nostri clienti e non solo. Questo ci ha permesso di connetterci ancora di più con loro, permettendoci di comprenderne meglio le esigenze e di apprendere feedback e obiettivi.
Per noi, che ogni giorno lavoriamo al fianco delle aziende come ARXivar Gold Partner, questa Experience ha rappresentato qualcosa di più.
La nostra non è una semplice collaborazione tecnologica, ma una partnership strategica fondata su una visione comune: crediamo in una digitalizzazione che porta valore tangibile, nella governance dei processi come leva organizzativa, e in un approccio all’AI capace di migliorare davvero il lavoro delle persone.
È questa sintonia che rende possibile accompagnare le imprese in percorsi di automazione solidi, concreti e sostenibili.
Se una cosa è emersa più chiaramente di tutte, è questa:
L’innovazione non è una decisione tecnica, ma organizzativa.
E ARXivar, in questo quadro, diventa un abilitatore concreto, non un accessorio.
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